Indipendentemente dalla causa, la riduzione di sonno interferisce con alcune funzioni fondamentali del nostro corpo, determinando spesso conseguenze evidenti anche sul piano comportamentale e sulla salute.
Secondo studi recenti,
otto ore di sonno sono sufficienti per un perfetto
recupero fisiologico, che avviene prevalentemente durante le fasi NREM, e per l'incorporazione nella memoria (durante le fasi REM) di nuovi comportamenti appresi in veglia. Esistono però anche i cosiddetti
“dormitori lunghi”, che necessitano di 10 ore e i
“dormitori corti”, per i quali sono sufficienti 5 o 6 ore di sonno per star bene e non lamentare eccessiva sonnolenza diurna o sensazione di spossatezza.
I
disturbi del sonno non devono essere sottovalutati, perché si ripercuotono anche sulle ore diurne influenzando negativamente l’andamento lavorativo, i rapporti sociali e tutta la sfera psicologica del soggetto, oltre ad
aumentare il rischio di contrarre infezioni, sviluppare malattie metaboliche e cardiovascolari ed anche mettere a rischio la sopravvivenza stessa , come nel caso della sindrome delle apnee ostruttive (OSAS).

Secondo la classificazione proposta dalla Association of Sleep Disorders Centers (ASDC) americana (Classification Committee., 1979), i disturbi del sonno possono essere raggruppati in
quattro grandi categorie:
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disturbi dell'inizio e del mantenimento del Sonno o insonnia
L’insonnia è il disturbo del sonno più frequente. Chi ne soffre non riesce a prendere sonno o a dormire
un numero sufficiente di ore. A seconda del suo modo di presentarsi, si distingue una insonnia iniziale con difficoltà a cominciare il sonno; un’insonnia intermittente caratterizzata da frequenti risvegli ed una insonnia terminale caratterizzata dal risveglio precoce, con l'incapacità di riprendere il sonno. Se l'insonnia dura solo pochi giorni è insonnia transiente, se la durata è all’incirca di un mese è una insonnia acuta, se supera il mese insonnia cronica.
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disturbi da eccessiva sonnolenza o ipersonnie
L'ipersonnia è caratterizzata un’
eccessiva sonnolenza diurna punteggiata anche da brevi fasi di sonno (microsleeps), e per il fatto di essere incontrollabile incide negativamente sulle attività diurne. In questa categoria possono essere inquadrate la narcolessia, l’ipersonnia idiopatica, la sindrome delle apnee notturne e la sindrome delle gambe senza riposo.
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disturbi del ritmo Sonno-veglia
Il sonno e la veglia sono normalmente sincronizzati su ritmi di 24 ore da strutture nervose differenti, i cosiddetti oscillatori interni, che risentono dell’influenza di fattori ambientali (prevalentemente il contatto sociale e il ciclo luce-buio). Chi ne è affetto non riesce a
dormire quando lo desidera o quando dovrebbe farlo.
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disturbi associati al sonno, a stadi del sonno o a risvegli parziali, chiamati parasonnie
Le parasonnie sono
disordini del sonno generalmente contraddistinti da disturbi della fase REM e caratterizzati da un risveglio di soprassalto.
I disturbi del sonno sono molto diffusi. Un idoneo trattamento comporta
immediati benefici diurni, come la scomparsa della sonnolenza ed il recupero della capacità lavorativa, oltre che rilevanti benefici a lungo termine, con una netta riduzione del rischio di incorrere in patologie associate.
E’ importante monitorare la qualità del proprio sonno e fare attenzione ad eventuali anomalie, rivolgendosi al proprio medico curante e/o ad uno specialista per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.
Per le insonnie e i disturbi del ritmo sonno-veglia, è possibile fare ricorso a diversi rimedi naturali, in grado di facilitare il sonno e di regolarizzarne il ritmo.
Bibliografia
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Irish Sleep Society. Guidelines for the Assessment and Management of Patients with Sleep Disorders.
Ecco le nostre proposte: